La prossima settimana, gli archeologi egiziani apriranno un pozzo funerario di 3.000 anni nella necropoli di Saqqara, a sud del Cairo.
Gli archeologi del sito hanno trovato l’ingresso dell’ultimo pozzo all’inizio di questa settimana. La tomba inesplorata è uno dei 52 pozzi di sepoltura raggruppati nei pressi della piramide del faraone Teti.
I lavoratori si stavano preparando ad annunciare una serie di ritrovamenti: tombe di leader militari e cortigiani di alto rango, una copia del Libro Dei Morti e antichi giochi da tavolo.
In mezzo a queste scoperte vi è anche il nome del proprietario di un tempio mortuario vicino alla piramide di Teti: Narat o Naert, la regina del faraone.
“Non avevo mai sentito parlare di questa regina prima.” Ha detto l’archeologo ed ex ministro egiziano delle antichità Zahi Hawass a CBS News.
Il tempio di pietra era stato portato alla luce nel 2010 ma non era chiaro per chi fosse stata costruita questa struttura così grande. In templi come questo, i sacerdoti e i supplicanti potevano fare offerte alla regina morta per farle avere una bella vita nell’aldilà e per chiederle aiuto nel mondo dei vivi.
Nell’ultimo decennio sono stati ritrovati tre magazzini in fango accanto al tempio, dove i sacerdoti conservavano strumenti e le offerte per la regina Narat.
Il nome Narat è stato recentemente trovato iscritto su un obelisco caduto vicino all’ingresso principale del tempio, ed è stato trovato anche su un muro del tempio stesso.
La regina e suo marito fondarono l’ultima dinastia dell’Antico Regno d’Egitto. 150 anni dopo il Paese caddè in un caos politico del Primo Periodo Intermedio.
I 52 pozzi funerari che sono stati recentemente riportati alla luce, risalgono al Nuovo Regno, dal 1570 al 1069 a.c. Circa, periodo nel quale hanno governato un’insieme di dinastie.
Le prime tombe della necropoli di Saqqara sono più antiche dello stesso Egitto, risalgono addirittura al Periodo Predinastico. A quei tempi l’Egitto era ancora diviso in diversi piccoli regni.
Per i successivi tremila anni, personalità importanti e potenti d’Egitto hanno continuato a costruire a Saqqara le loro tombe.
Gli archeologi egiziani hanno dissotterrato circa 50 sarcofagi di legno dai pozzi funerari. Sono dipinti con immagini del defunto, scene di divinità e dell’aldilà, frasi del Libro dei Morti e una serie di istruzioni per guidare il defunto attraverso le varie sfide che troverà lungo il suo percorso verso l’aldilà. Anche se meno ornati rispetto alle sepolture reali, ci indicano che comunque i loro occupanti erano persone ricche.
In uno dei pozzi sepolcrali sono stati ritrovati dei resti di una copia del capitolo 17 del Libro dei Morti. Il testo si trova su un rotolo di papiro lungo 4 metri e largo 1 metro e apparteneva ad un uomo di nome Bu-Khaa-Af.
Il suo nome compare anche sul sarcofago e su quattro statuette Ushabti in legno: queste statuette avevano lo scopo di lavorare al posto del defunto nell’aldilà.
Insieme al pozzo sepolcrale appena riportato alla luce, che sarà aperto questa settimana, gli archeologi stanno ancora scavando nel sito un grande edificio in fango e mattoni. Il Ministero dell’Antichità afferma che probabilmente la struttura finisca con una camera funeraria che al momento sembrerebbe non esser stata saccheggiata.
Fonte: Arstechnica